“Via Crucis Patris Mei” – Stazione 1: «Padre mio, tremi e fai fatica a parlare: il cuore pulsa irrequieto e trascina con sé il respiro… » da qui parte il racconto degli ultimi giorni di vita di un padre amato e custodito nella memoria.
Una via crucis scandita dalle 14 stazioni con cui la Chiesa cattolica ripercorre e commemora il Cristo che si avvia alla crocefissione, in una lettura laica e religiosa insieme; la via crucis di un malato che si avvia al suo destino ultimo. Non un trattato sulla malattia ma un tentativo di rendere condivisa l’emozione di un figlio davanti al mistero della morte, davanti all’indicibilità del dolore.
L’autore Sergio Chiodini ha lasciato conoscere se stesso, e il padre suo, al pubblico che ha affollato il Centro Studi politico-sociali “Kennedy” di Magenta, venerdì sera 21 aprile, dove è stato presentato il libro, pubblicato dalla libreria “Il Segnalibro”.
L’evento è stato patrocinato dal Comune di Magenta in collaborazione con l’Associazione culturale Urbanamente e il Centro Kennedy; Ambrogio Colombo, presidente del Centro, ha messo a disposizione una sala conferenze con una capienza di sessanta posti ma affollata da 120 persone, assiepate anche sui balconi e pressate nel corridoio. Nella maggioranza erano giovani, tra studenti ed ex studenti del professore, che hanno partecipato attenti e commossi rivolgendo all’autore domande profonde e intelligenti sul difficile tema della morte; giovani lontani dagli stereotipi che li vogliono assenti e apatici, inconcludenti; giovani che in questa serata hanno dimostrato maturità, serietà e piena disponibilità a mettersi in gioco su temi importanti.
«Mio padre è morto pochi istanti dopo la Pasqua del ’95. Ho lavorato a più riprese al manoscritto in cui avevo appuntato, già dal 1999, i miei pensieri; ho lavorato per sottrazione, togliendo le parole inutili, prendendomi il tempo necessario per arrivare all’essenza di una esperienza universale, filtrando e depurando riflessioni e sensazioni» ha detto Chiodini.
Dopo le parole intense del professore, che ha ripercorso la storia “del dolore indicibile” da Dante a Pasolini e Montale per arrivare alla poetessa dei navigli Alda Merini, sono state Giulia e Anna, due studentesse del “Bramante”, a leggere alcune pagine di “Via Crucis Patris Mei” accompagnandole con il canto del violino.
Un libro di poche parole su pagine bianche a contrasto, per raccontare quel legame indissolubile tra chi non c’è più e chi resta. Una riflessione per dare parola al dolore che ci accomuna difronte al lutto; per poter proferire insieme quell’invocazione che sale dal cuore e chiude il libro di Chiodini: «Rimani con me, padre mio, perchè la notte non mi faccia paura».
Paola Mazzullo
www.paolamazzullo.it
L’articolo è stato pubblicato su Ordine e Libertà il 28 aprile 2017
Due parole sull’autore Sergio Chiodini
Classe 1960, docente di Italiano e latino presso il Liceo Scientifico Bramante di Magenta.
Ha alternato l’impegno in alcune associazioni culturali locali, con l’assunzione di incarichi politico-istituzionali sul territorio, realizzando inoltre, con i propri studenti, letture pubbliche di Dante e, tramite altre collaborazioni, serate teatrali sulla vita e le opere di Alda Merini.
Collabora con il Centro Kennedy alla redazione de “I quaderni del Ticino”.