«Tutti noi abbiamo delle difficoltà che dobbiamo imparare a superare e farlo insieme ci offre una chance in più

Una popolazione scolastica di 5.352 studenti, a Magenta, sono ben 72 i ragazzi disabili bisognosi di aiuto, ma i fondi stanziati dalla Città metropolitana per i disabili sensoriali e alunni delle scuole secondarie di II grado per l’anno scolastico 2016 e previsti per il 2017 ancora non si vedono.

«È stata garantita, con personale comunale o incaricato, l’assistenza educativa a 4 minori frequentanti le scuole d’infanzia statali, a 38 alunni di scuola primaria, 19 studenti di scuola secondaria di I Grado, a 8 studenti di scuole secondarie di II e a 3 studenti frequentanti corsi di formazione professionale – ha dichiarato Paola Bevilacqua, assessore alle Politiche Educative del Comune di Magenta. Purtroppo c’è stato un aumento di 18 studenti rispetto al precedente anno scolastico; un aumento significativo visto che invece i fondi sono rimasti invariati».

L’Amministrazione Comunale si fa carico del servizio di assistenza scolastica agli alunni disabili residenti, nell’ambito delle proprie competenze e secondo quanto disposto dalla legge 104/92. E’ invece a carico dello Stato, tramite insegnanti appositamente nominati, il sostegno agli alunni disabili, per l’attività didattica, con i relativi obiettivi di apprendimento.

L’assessore ricorda che l’accesso al sostegno è garantito solo agli studenti in possesso di una certificazione rilasciata dal Servizio Sanitario Nazionale o da un Istituto di cura privato a ciò abilitato e tale certificazione deve essere rinnovata a seguito del passaggio da un ciclo di istruzione a quello successivo.

Anche quest’anno il servizio di assistenza comunale, nel suo monte ore complessivo, è garantito mediante l’attività di n. 3 insegnanti dipendenti comunali di ruolo e del personale educativo incaricato dalla cooperativa aggiudicataria della gara europea svolta nei mesi scorsi.

«Lo sforzo organizzativo ed economico che il Comune mette in campo a garanzia del diritto all’istruzione degli alunni disabili, è importante; per gli studenti che frequentano le scuole secondarie di II grado e i centri di formazione professionale, oltre che gli interventi di assistenza alla comunicazione per alunni disabili sensoriali, l’Amministrazione Comunale, che non è titolare della competenza in tali ambiti, è in attesa di una definizione delle modalità di intervento e dei budget disponibili da parte della Città Metropolitana» sottolinea l’assessore spiegando anche che l’amministrazione comunale si fa carico, nel limite delle risorse assegnate dalla Città Metropolitana, anche del servizio di trasporto tra casa e scuola degli studenti disabili frequentanti le scuole secondarie di II grado.

L’integrazione scolastica è garantita anche a favore dei minori frequentanti le scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado paritarie, tramite l’erogazione di un apposito contributo secondo quanto previsto dalle convenzioni con le Scuole Paritarie cittadine, in ogni caso entro il limite di finanziamento massimo di € 6.750 per ciascun minore disabile residente.

Paola Bevilacqua conferma la mancanza di copertura regionale per le spese sostenute dal Comune nello scorso anno scolastico e le difficoltà di “far quadrare i conti” considerando l’aumento delle diagnosi. Nella distribuzione delle ore di sostegno, si cerca di dare sempre la precedenza alle situazioni più gravi, per garantire una copertura totale, delle ore passate a scuola, utilizzando il sostegno statale e quello comunale.

L’assessore, che è anche insegnante, racconta che, soprattutto nelle primarie, si cerca di far passare più tempo possibile in classe ai bambini con disabilità; certo tutto dipende dalla gravità delle diagnosi. Si cerca di trovare il giusto compromesso per salvaguardare le esigenze di ciascun bambino; in alcuni casi è proprio il bambino con disabilità che ha bisogno di un ambiente più tranquillo, rispetto a quello della classe, e trova la sua dimensione ottimale nel rapporto 1:1 per un lavoro individuale.

Generalmente nell’ attività motoria, di arte, musica o teatro i bambini interagiscono con più facilità e tranquillamente; le prestazioni didattiche, l’attenzione, il silenzio sono talvolta difficili da chiedere.

«Bisogna considerare che stare insieme è un momento di crescita comune; tutti noi abbiamo delle difficoltà che dobbiamo imparare a superare e farlo insieme ci offre una chance in più; tutti devono avere la possibilità di confrontarsi» sottolinea ancora l’assessore Bevilacqua.

E prosegue: «Per esempio, ora in classe vengono utilizzate nuove tecnologie didattiche per i DSA, ebbene funzionano per tutti; è un nuovo approccio che aiuta i bambini in difficoltà e non danneggia certo gli altri, anzi! Nelle classi dei livelli di istruzione superiori il lavoro è diverso, la parte cognitiva è preponderante e quindi gli strumenti devono essere diversi».

Paola Mazzullo

www.paolamazzullo.it

L’articolo è stato pubblicato su La Libertà del 6 gennaio 2017, pag. 6