Come anticipato a suo tempo, in una nota del sindaco di Magenta, Marco Invernizzi, del 19 luglio, si legge: “Informiamo i cittadini di aver appreso di un possibile nuovo arrivo di richiedenti asilo, in una struttura privata del nostro comune. Ci siamo attivati immediatamente per contattare la Prefettura al fine di esporre la nostra assoluta contrarietà a questa ipotesi. Premesso che il valore dell’accoglienza è per noi irrinunciabile, siamo convinti che Magenta si troverebbe in difficoltà, nel vedere nuovi ospiti sul suo territorio, essendo una città già fortemente impegnata nell’accoglienza di 100 migranti”.
La comunità locale magentina e l’amministrazione sono infatti già impegnati, dal 2014, in uno straordinario sforzo collettivo, per accogliere 100 cittadini stranieri, nella struttura “La Vincenziana”. Con grande senso di responsabilità e solidarietà, realtà dell’associazionismo e volontariato, collaborano con i gestori della struttura per sviluppare progetti di integrazione.
Ricordiamo anche che al 10 luglio 2016, la città di Magenta, sulla base delle quote di proporzionalità rispetto alla popolazione residente e riferendosi ai 100 cittadini stranieri accolti, ospitava 61 persone in più di quelle teoricamente previste.
Il Sindaco Invernizzi ha rilasciato anche una intervista per il TG3, ripresa dalla trasmissione Agorà Estate del 12 agosto.
Anche a noi conferma: “Non è questione di razzismo ma – lo dico con tristezza infinita- questa è una lotta tra poveri. Non vanno contrapposti i bisogni della gente in difficoltà, di qualsiasi etnia sia, ma bisogna ridistribuire meglio la ricchezza. La gestione dell’accoglienza deve essere pubblica, non privata; diciamo forte “si” all’accoglienza ma a una accoglienza ben gestita in accordo con tutte le parti interessate“.
Il sindaco e la giunta hanno anche redatto una interrogazione parlamentare, già ammessa agli atti, ma non ancora inserita in un ordine del giorno, chiedendo se sono state davvero valutate tutte le soluzioni alternative che privilegino una più corretta applicazione della quota di proporzionalità tra Comuni, nella distribuzione territoriale dei posti destinati all’accoglienza.
I risvolti
A oggi, il Prefetto, accogliendo le osservazioni dell’Amministrazione, in particolare rispetto all’attuale destinazione dell’immobile e alla sua localizzazione, ha disposto che il centro di accoglienza straordinaria presso Cascina Calderara sia limitato all’ospitalità di circa 30 persone (ne erano state ipotizzate 50).
Come ulteriore segnale di attenzione, anche in considerazione del riconosciuto e apprezzato impegno che già affronta la comunità locale magentina, è stato previsto di destinare alla struttura un’utenza a carattere familiare, composta da madri con bambini.
A parte gli atti politici e pubblici, a parte le coordinate che la geolocalizzano sui mappali, Coord. X: 1490937,3169 e Coord. Y: 5036329,4927, la Cascina Calderara, è l’abitazione di una famiglia contadina storica, il cui proprietario è nato lì, proprio in una stanza al pian terreno, dove ha sempre abitato con i genitori e la sorella, e ora con la moglie e la figlia.
Dal bel portone di legno, ingresso unico al cortile promiscuo, esce un signore gentile, che nel raccontare la vicenda, alterna la legittima aspirazione di salvaguardare l’intimità famigliare al desiderio di aiutare chi ha bisogno, capendo nel contempo gli interessi di chi quella porzione di cascina l’ha acquistata per metterla a frutto.
Spera davvero che, ad abitare con lui e la sua famiglia, saranno “solo” trenta persone (e sono già tante, ndr.) e che si tratti realmente di mamme con i loro bambini.
Noi non conosciamo i loro volti, non sappiamo da dove provengono; sappiamo solo che hanno bisogno del nostro aiuto.
Paola Mazzullo
www.paolamazzullo.it
L’articolo è stato pubblicato su Ordine e Libertà del 26 agosto 2016, pag. 22