Libertà e liberazione

Quarto incontro con la Libertà al Lirico di Magenta, martedì 8 marzo: parla Rocco Ronchi, docente di Filosofia Teoretica presso l’Università degli Studi de L’Aquila e di Filosofia presso l’Istituto di ricerca di psicoanalisi applicata di Milano. Ed è subito silenzio quando il professore inizia riflettere su quale sia il senso della libertà per i “moderni” introducendo il tema della serata “Illusoria libertà. Tutti siamo liberi purché nessuno lo sia veramente”.

Tre i concetti di libertà che caratterizzano la modernità secondo Rocco Ronchi: la libertà razionale, esistenziale e reale.

La prima coincide con la nozione filosofica e metafisica di libertà e, tra riferimenti a Cartesio e alla filosofia razionalista, percorriamo la storia che porta l’uomo a emanciparsi dall’autorità precostituita e dogmatica per affidarsi alla libertà della ragione: l’uomo si sottomette alla necessità del razionale. Dalla libertà razionale si passa a quella esistenziale, che nasce con la crisi della modernità e costituisce l’architrave del neoliberalismo. Entra in gioco la voglia di libertà infinita; si è liberi nel volere l’impossibile, nell’affidarsi al capriccio, alla possibilità di esprimere sempre e comunque la negazione; è la rivendicazione al diritto assoluto all’errore.

Il professor Ronchi cita “Memorie del sottosuolo” di Fëdor Dostoevskij, del 1864; la facoltà più cara all’uomo non è più la ragione ma la volontà, l’uomo “non vuole inginocchiarsi al muro dell’evidenza razionale “ (citando appunto Dostoevskij); è il trionfo della volontà individuale.

Sono di Max Stirner le parole “Io, che al pari di dio, sono il nulla di tutti gli altri, io che sono il mio tutto, io che sono l’unico.” … una singolarità irriducibile, e l’uomo si sente vicino all’onnipotenza di Dio.

La morte è il garante ultimo della libertà dell’uomo moderno” dice ancora il professor Ronchi: l’uomo è infatti l’unico essere che si rapporta con il pensiero della morte e che ragiona sul proprio inizio e sulla propria fine. Il professore non lo dice ma nella platea si insinua il pensiero che si riferisca anche alla possibilità di essere liberi di decidere della propria morte…

Rocco Ronchi afferma che il neoliberalismo è una dottrina fragile, soprattutto difronte alle culture forti che stiamo imparando a conoscere, impregnate di fondamentalismo. Suggerisce una via d’uscita per evitare il rischio delle derive autoritarie: abbandonare questa visione di libertà tipica del neoliberalismo (che rimane comunque una metafisica potentissima) per valutare il terzo senso della libertà. La libertà reale potrebbe coincidere con la creatività, con la sperimentazione; una libertà che è liberazione, che è processo in essere, che si crea e si rinnova e dove l’errore diventare verbo errare, camminare su un nuovo sentiero per scoprire il nuovo.

Dal pubblico arriva una domanda: ” Soggettivismo, individualismo esasperato e accentrazione su di sé di ogni interesse possono aver portato alla difficoltà di comunicazione che riscontriamo nelle relazioni di oggi?” E il professore approva.

Ha presentato il professor Ronchi, inquadrandone il pensiero nel panorama storico/ filosofico internazionale, Alice Gambaro, studentessa del Liceo Scientifico Bramante di Magenta.

Paola Mazzullo

www.paolamazzullo.it

L’articolo è stato pubblicato su Ordine Libertà del 11 marzo, pag. 47