“Sei mesi di Expo, sei mesi di cose buone” recita lo slogan dell’associazione Maestro Martino che ha proposto l’Ambasciata del Gusto ad Abbiategrasso; un progetto di carattere culturale e sociale per permettere agli ospiti di vivere un’esperienza alla cui base c’è proprio il buon cibo. Si può degustare, pranzare, partecipare a cooking class e imparare ricette originali dagli chef, assistere a showcooking, acquistare vini e prodotti del territorio. I protagonisti principali sono i dodici Chef selezionati da Carlo Cracco, dal Trentino alla Sicilia, che si alternano nei fine settimana di tutta estate. L’1 e il 2 agosto è stata la volta di Matteo Monfrinotti di Vigevano.
Chef giovane brillante e simpatico, e sicuramente anche bravo visto che è stato scelto per far parte di questa squadra di 12 Ambasciatori del Gusto per il fuori Expo. Matteo Monfrinotti è professionale e concentrato, non smette però mai di sorridere, perché cucinare lo mette di buon’umore; durante lo showcooking delle 12,30 amalgama gli ingredienti per il suo risotto con brodo di Grana Padano naturale, terra di formaggio fresco e crema di basilico e fa dell’autentico Carnaroli Riserva San Massimo un vero capolavoro. Poi nel pomeriggio alle 17 c’è la cooking class, durante la quale insegna a prepararlo questo risotto, consentendo ai partecipanti di portarsi a casa anche un piccolo segreto: per mantecare il riso, al burro morbido, Matteo Monfrinotti aggiunge Parmigiano e una goccia di aceto di vino bianco. Con simpatia e semplicità, durante il “caffè con lo chef” delle 15, risponde alle curiosità dei presenti sulla sua vita privata, la sua passione, la sua cucina. Se ci vuole talento per cominciare poi non possono mancare impegno e perseveranza, gli orari di lavoro sono lunghi, si sta ai fornelli anche quando fa caldo e si avrebbe voglia di vacanze, si sta ai fornelli la notte anche con una moglie a casa e una bimba piccina. Monfrinotti racconta che per i giovani appena usciti da scuola spesso è difficile accettare di stare in cucina così tanto, ma per raggiungere buoni risultati e grandi soddisfazioni occorre una grande dedizione.
Curiosando nella cucina allestita nell’ex convento dell’Annunciata, tra i fornelli troviamo anche Franco Stoppa, chef e proprietario del Napoleone di Abbiategrasso, con il figlio Giulio: si sono offerti di collaborare in cucina e partecipare alla creazione di piatti eccellenti.
Chef Matteo, sottolinea che, per le sue preparazioni, utilizza le eccellenze agroalimentari del territorio nel quale opera; lui che è stato soprannominato “il mago del risotto” qui ad Abbiategrasso usa l’autentico Carnaroli della Riserva San Massimo e durante lo showcooking è proprio il gestore della Riserva, Dino Massignani, che aiuta i presenti a conoscere la storia del riso proponendo delle comparazioni di vari chicchi crudi utilizzando olfatto, gusto e tatto.
Dal raffronto sono emerse le diversità di aroma e sapore dovute sia alla tipologia di essiccazione che al tipo di concimazione utilizzata; anche la tipologia di confezionamento è importante perché l’azoto mantiene inalterate le qualità del riso a differenza del sottovuoto. Nella Riserva San Massimo per esempio per essiccare si usa il gas e non più il gasolio; per non parlare delle concimazioni con sostanze organiche naturali e non con prodotti chimici o peggio con i fanghi di depurazione provenienti dai residui degli impianti di depurazione.
Nella Riserva si produce e confeziona solo la varietà Carnaroli e non le similari Carnak, Carnise, Carnise precoce che per legge possono essere vendute con la denominazione Carnaroli.
Paola Mazzullo
L’articolo è stato pubblicato su La Libertà del 7 Agosto 2015, pag. 3.