In tutto il paese si è sentita risuonare l’allegria delle marce della Fanfara dei Bersaglieri di Como, il 1 maggio durante la Festa di San Majolo. Dalla Piazza XXI luglio da cui sono sfilati a passo di corsa con il cappello piumato mosso dal vento; dal ponte degli Scalini dove si sono fermati con le trombe in aria sull’attenti; dal parco di Borgo Archinto dove bambini (e adulti) li hanno ascoltati con la bocca spalancata per l’emozione e gli occhi brillanti di eccitazione; dal giardino di Villa Terzaghi dove sono entrati tra due ali di folla plaudente e hanno suonato a lungo, scandendo il ritmo della corsa o fermi in mezzo al cortile. Hanno suonato e cantato anche seduti ai tavoli durante il meritato pasto a loro offerto da “Amici da la Priàa” e “Associazione Cacciatori Robecco”, per la gioia di tutti i commensali.
Il Capo Fanfara, Bersagliere Stefano Piccini, li ha guidati per tutta la giornata con fervore e passione, nel passo di corsa; a un ritmo sostenuto di 180 cadenze al minuto che conferisce brio e vivacità̀ all’esecuzione musicale.
Si è fermato un attimo per raccontare, con occhi vivaci e sorriso franco, che i venti musicisti della fanfara presenti a Robecco suonano anche in quattro bande del comasco (Orsenigo, Vighizzolo, Cermenate e Barlassina), che purtroppo ne mancano all’appello una decina in perché impossibilitati a partecipare, che sono tutti amici e suonano insieme da molti anni, in qualche caso più di venti. Lui ha iniziato a suonare a otto anni, ha fatto il suo ingresso nella formazione piumata quanto ne ha compiuti 16 e ormai da quel giorno di anni ne sono passati 32. «Per suonare strumenti a fiato… ci vuole fiato, soprattutto se lo si fa correndo. Ma c’è anche un segreto, trovare la giusta coordinazione tra il passo, il movimento del corpo e il ritmo suonato con la tromba. Niente diete particolari o palestra. Solo amore per la musica e… adrenalina che esplode nelle vene durante le manifestazioni». È giovanissimo e in perfetta forma nei suoi 48 anni e nella sua divisa scura.
Nel gruppo c’è anche una bellissima musicista, la trentunenne Valeria Turi. E’ entrata in Fanfara tre anni fa, dopo aver studiato nella banda di Vighizzolo; la sua tromba lucida e splendente si chiama Gertrude (Gerty per gli amici).
Il Presidente della Fanfara, Bersagliere Rodolfo Donzan, racconta che hanno una quarantina di pezzi in repertorio e per continuare a suonarli, nel rispetto delle partiture e della tradizione, si trovano a provare almeno due volte al mese. Il patrimonio artistico bersaglieresco si compone di oltre 140 partiture tra marce e inni patriottici e ne esiste una raccolta dal titolo “La Fanfara dei Bersaglieri – Partitura e storia”.
Finita l’intervista e scattata una foto ricordo, la fanfara piumata si prepara a ripartire. Al comando di Stefano Piccini dieci trombe, tre flicorni, sette baritoni e tre bassi si sollevano a sfiorare le labbra dei bersaglieri; si alza nell’aria la mano del Capo Fanfara per il segnale del via… un balzo avanti e sono già di corsa, per portare le loro note in giro per il mondo.
Paola Mazzullo