Alla ricerca del cibo perduto

“Alla ricerca del cibo perduto”: questo il titolo del corso, interessantissimo, sulle erbe spontanee, il loro riconoscimento e utilizzo, organizzato dall’azienda agricola l’Aia di Cassinetta di Lugagnano, domenica 26 marzo.

È Anna Baroni, laureata in Scienze Agrarie e con un attestato di specializzazione di Fitopreparatore, che si occupa delle coltivazioni biologiche, dell’orto sinergico e delle piante antiche nell’azienda e che racconta: «Per il quarto convegno internazionale della Regione Lombardia Cibo e territorio, educazione alimentare diffusa avevo presentato un progetto di attività didattica per le scuole: volevo far scoprire ai bambini alcuni vegetali poco conosciuti ma molto usati nell’alimentazione contadina degli anni passati. E i bambini hanno imparato a riconoscere l’erba cipollina, il dente di leone, la lingua di cane, le orecchie d’agnello… senza studiare la botanica, ma osservando le forme, annusando, toccando e assaggiando».

Molti adulti erano rimasti affascinati e avevano fatto richiesta di partecipare a un corso analogo; così è nata la giornata di domenica alla ricerca del cibo perduto, dove si sono presentate una trentina le persone.

Tutti hanno imparato a riconoscere le erbe spontanee presenti nei campi, a scoprire come utilizzarle secondo la tradizione contadina, assaporandone anche il gusto in un ricco buffet. Sono state servite delle soffici frittatine con erbette spontanee e una colorata insalata di fiori e foglie, gelatine di fiori, corniole in salamoia oltre a prodotti dell’azienda l’Aia come la polenta con farina di mais antico Scagliolo conciata con gorgonzola bio della cascina Isola Maria, i formaggi di latte di capra e vaccino delle cascine Vecchia Rossa e Santa Maria in Campo, spalmati su pane preparato con farina “11 grani antichi”.

Dopo la sessione di riconoscimento sensoriale, la comitiva è partita per una passeggiata nei campi per la raccolta dei vegetali, passando vicino ai rami del “salice ridente” e della pianta delle farfalle, fino alla quercia abbattuta dalla tromba d’aria nel 2016, che mostra fiera al vento le sue enormi radici.

«La quercia aveva più di 100 anni; è stesa al suolo, come un guerriero ferito sul campo di battaglia, è stata il nostro simbolo della terra da difendere dalla cementificazione e dalle tangenziali. Non abbiamo cuore di segarla per far legna da camino… diventerà palcoscenico per rappresentazioni teatrali o per letture ad alta voce. Rimarrà qui… valoroso titano centenario» racconta Massimiliano Radice.

Il valoroso Titano centenario

I partecipanti hanno raccolto il tarassaco, che inizia a fiorire di giallo, e poi l’ortica «un eccellente rimineralizzante, contiene acido folico e ferro, è utilizzata in caso di anemia, artrite, cistite; ha proprietà diuretiche» ha suggerito Nadia Moroni, esperta in piante medicinali della pianura padana, che ha insegnato come raccoglierla senza rimanere danneggiati dagli aghetti urticanti di silicio. Si è parlato delle abitudini alimentari e dei luoghi comuni da sfatare, delle diete e degli ingredienti naturali da usare in decotti, tisane e altre preparazioni.

C’era anche Clara Ornaghi all’agriturismo L’Aia di Cassinetta, con i suoi splendidi acquerelli di piante da orto; ha promesso che organizzerà un laboratorio di pittura “en plein air” per chi volesse perdersi nella contemplazione dei campi.

Un té accompagnato da “pan mein” ha concluso la giornata; una bevanda speciale che si può servire utilizzando i prodotti dell’azienda: la pianta del té, la stevia per dolcificare (ottima anche per i diabetici), la limoncina per aromatizzare.

Paola Mazzullo

www.paolamazzullo.it