Marco Invernizzi e Pierluigi Arrara, sindaci di Magenta e Abbiategrasso, il 5 ottobre si sono incontrati con i referenti dei Comuni della Zona Omogenea del Magentino e dell’ Abbiatense,
per approfondire alcuni temi delicati che coinvolgono il territorio; all’incontro erano presenti 23 sindaci.
Hanno parlato di progetti di cooperazione intercomunale a sostegno delle popolazioni colpite dal sisma dell’agosto 2016, della strada Vigevano-Malpensa, della Cava di Casorezzo, dell’attuazione locale della riforma regionale socio-sanitaria. Sono state affrontate anche le questioni legate all’accoglienza di cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale.
“Per quanto riguarda l’accoglienza degli stranieri, e stante che le disposizioni generali dello Stato devono essere osservate, altrimenti si rischia la guerra civile, a Magenta avevamo portato avanti contestazioni riguardanti i metodi di scelta della politica generale, perché nelle decisioni erano state coinvolte solo le Regioni o i privati vincitori di bandi; recentemente però sono state valutate nuove linee di condotta per gestire i flussi migratori e con queste nuove proposte i comuni saranno coinvolti più da vicino“.
A Roma e Bari si sono tenuti altri incontri, proprio in questi giorni, sul piano per l’accoglienza diffusa, che si pone come obiettivo la distribuzione equa dei migranti sugli 8 mila comuni italiani, secondo il criterio della proporzionalità, in base al numero di residenti.
“I migranti dovrebbero essere ripartiti in quote -racconta Invernizzi- per la provincia di Milano in percentuale del 2,5 per ogni 1000 abitanti. Magenta secondo queste quote dovrebbe ospitare 59 migranti e invece ne ha accolti più del doppio (130) e abbiamo anche messo in campo tutto quanto è possibile per trasformare l’accoglienza in integrazione.
Se i sindaci della zona omogenea non riuscissero a definire una politica condivisa sulla questione delle quote, e nella riunione del 5 ottobre le opinioni erano divergenti, c’è il rischio che si torni ad affidare ai risultati dei bandi regionali la destinazione e il numero dei migranti da accogliere (come è accaduto recentemente sul territorio di Magenta); Marco Invernizzi bolla questa ipotesi come irrazionale, non favorirebbe, infatti, la nascita di un piano omogeneo di accoglienza e di integrazione, di inclusione.
E così, se alcuni sindaci del nostro territorio si dicono favorevoli alla divisione per quote, altri invece rigettano in toto l’accoglienza di migranti e il loro sostentamento, facendone una questione di priorità tra italiani e stranieri nella gestione degli aiuti.
“Non dobbiamo lasciare che diventi una lotta tra poveri – sostiene Invernizzi a proposito di priorità- non dobbiamo scegliere se aiutare gli uni o gli altri, entrambi in situazioni di bisogno; non possiamo colpire le vittime di una stessa povertà (nostra o loro), ma dobbiamo cercare una più equa ridistribuzione della ricchezza globale, ora concentrata nelle mani di pochi“.
“La politica deve volare alto e nutrirsi di umanità. Bisogna ritornare all’etica; i nostri principi di rispetto dell’essere umano devono continuare a illuminare il mondo” per arrivare poi a sostenere con forza che- “non dobbiamo farci guidare dalle logiche del guadagno, anche in termini di sovvenzioni percepite per accogliere gli stranieri; ma dobbiamo riportare l’uomo al centro del vivere sociale”.
Infatti, continua il sindaco di Magenta:”Abbiamo combattuto per la democrazia, ora dobbiamo farla valere per tutti, non solo per una razza definita come superiore. I principi vanno mantenuti anche quando è più difficile, quando arrivano crisi e difficoltà, quando ci si scontra/incontra con altre culture. I migranti stanno mettendo alla prova la tenuta dei nostri principi, ma bisogna essere radicali nell’etica, e continuare a credere e sostenere valori e morale. Altrimenti l’umanità avrà fallito e saranno sconfitte la nostra cultura e la nostra etica.
E la conclusione è conseguente: “E’ necessario sgonfiare le tensioni con le comunità che accolgono, dando risorse e risposte concrete e pensare a una accoglienza dignitosa e inclusiva, come stanno facendo in tanti, compresi i magentini, che difronte alle sofferenze concrete e tangibili degli esseri umani arrivati sul territorio, non si sono tirati indietro“.
Paola Mazzullo
www.paolamazzullo.it
L’articolo è stato pubblicato su Ordine e Libertà del 21 ottobre 2016, pag. 6