«Nella vita rido tantissimo e ho una risata fragorosa». Si presenta così Corinna Grandi, la simpatica attrice che venerdì 9 febbraio, alle 21, interpreterà “Cosa sarà mai” al Cineteatro Agorà di Robecco sul Naviglio.
Abbiamo chiesto a Corinna come ha iniziato la sua carriera: «Non c’è un vero punto di inizio… da piccolina alternavo due diverse nature. Fuori dalla porta di casa ero timida e introversa, solitaria, me ne stavo per i fatti miei; anche perché quando cercavo di attaccare bottone non mi filava mai nessuno… (è vero che ride tantissimo, anche mentre racconta, ndr.). Gli anni più difficili? Quelli della scuola, dalle elementari alle medie; ma non certo per lo studio: ero bravissima, leggevo molto, prendevo buoni voti… Il problema erano gli intervalli. Terribili, lunghissimi e solitari; era il momento peggiore della giornata. Gli altri ragazzini facevano gruppo, parlavano tra di loro, ma con me mai!
Dentro casa era tutta un’altra storia. Ero una specie di “Sbirulino” (il pagliaccio interpretato da Sandra Mondaini che si rifaceva allo Scaramacai della soubrette Pinuccia Nava, ndr.). Ero estrosa, giocosa, divertente, fantasiosa; fin da piccolissima se trovavo centrini, scialli, qualunque cosa in giro per casa, me lo mettevo addosso e ballavo, mi guardavo allo specchio, creavo mondi. E la mia mamma Jole, invece di placarmi, mi cuciva gonne stupende con avanzi di tende e mi lasciava stare sveglia per guardare con lei “Indietro tutta” di Arbore… così mi esibivo anch’io e la mamma, mia sorella Daniela e il mio papà Luigi ridevano di gusto divertendosi un mondo. E io ero felice. Forse è lì che ho realizzato che non c’era cosa più bella che far ridere la gente. Quindi potrei dire che a tre anni, ero già un’attrice comica, e che avevo deciso cosa fare da grande».
Tra i ricordi che condivide con noi, ci sono le puntate di Zelig, guardate in televisione, in famiglia, fino alla sera in cui Daniela le disse: «Da grande tu sarai su quel palco». Corinna sottolinea: «Mi commuovo sempre quando ripenso a me e mia sorella accucciate davanti alla tv a ridere… e immaginate la mia emozione quando su quel palco ci sono salita davvero… mi ci sono inginocchiata e l’ho baciato».
Spontanea, spiritosissima – certo è una attrice comica- ma lo è anche giù dal palco, mentre ironizza sulla sua vita, e trasforma l’intervista in momento di divertimento assoluto.
Completa le scuole superiori (ragioneria, scelta sbagliatissima – dice) a Sondrio, il corso di “Architettura d’Interni” a Lecco, e dopo tre mesi di lavoro massacrante a Roma come animatrice turistica ecco la svolta, proposta dall’adorato papà: iscriversi all’università di Milano, facoltà di Storia dell’Arte.
Con il trasferimento, da Sondrio a Milano, inizia anche l’avventura nel mondo del teatro.
«Mi sono laureata e nel frattempo ho frequentato tantissimi laboratori teatrali per imparare, studiare, rubare il mestiere. Più o meno nel 2009 ho studiato con Paolo Rossi e Carolina De La Calle Casanova; due persone fantastiche.
Poi ho tentato con Zelig… feci un provino “improbabile”. Ero seduta ad ascoltare le interpretazioni degli altri attori e mi divertivo alle loro battute. Ridevo fragorosamente (e devo imparare a ridere più composta), così decisi di togliermi di lì, per non farmi notare. Quando sentii chiamare il mio nome ero in bagno, uscii di corsa asciugandomi le mani sui pantaloni… Pensavo non mi avrebbero mai scelto, e invece Alessio Tagliento (che è diventato poi il mio “faro nella notte”) mi convocò subito. Ci sono voluti anni di laboratori di cabaret per arrivare in televisione. Mi sono esibita in questi spazi per tre/quattro sere a settimana, dai 27 ai 31 anni, confrontandomi con comici provenienti da tutta Italia. Me la sono sudata… ma alla fine ho messo i miei “piedini” su quel palco».
Corinna Grandi racconta di essersi sperimentata al Teatro Filodrammatici di Milano, che adora, con la maratona teatrale “Con-Testo”; un esperimento di scrittura in tempo reale con drammaturghi, registi e attori.
«Qui ho incontrato ancora Carolina De La Calle Casanova che mi ha chiamato a lavorare con la sua Compagnia; trovandomi molto bene con lei le ho proposto di realizzare uno spettacolo tagliato su di me; lei ha accettato e ne è uscito un lavoro basato sulle mie riflessioni di donna/ragazza (aiuto non voglio crescere), sulle mie “ovaie” che scandiscono il tempo per programmare una maternità… Ho presentato 20 minuti di un ironico studio su questo argomento a giugno 2017, al Milano IT Festival; è stato un successo imprevedibile. “Cosa sarà mai” è l’evoluzione di quello studio e si sviluppa trattando il tema della maternità e della genitorialità con la regia e collaborazione ai testi di Carolina De La Calle Casanova.
Salutiamo la Grandi, a fine intervista, con un: «Ci vediamo a teatro a Robecco, venerdì sera». «Bene … ci sarò anch’io!» risponde Corinna, ridendo.
Paola Mazzullo
Elisa Campoverde nell’elaborare il programma teatrale della stagione 2017/2018 del Cineteatro Agorà ha inserito il lavoro di Corinna Grandi “Che sarà mai” e spiega: «La Grandi interpreta una giovane donna in attesa di ricevere risposta a una domanda che può cambiarle la vita: “Sono incinta?”. Con un test di gravidanza tra le mani sviluppa un monologo esilarante e coinvolgente che, con astuta intelligenza, racconta i tabù della maternità e non solo.
“Cosa sarà mai” rappresenta un ottimo modo per affrontare con un sorriso i dubbi e i mille pensieri che si affastellano nella mente di chi potrebbe stare per diventare mamma, o papà. Un modo alternativo per trattare il tema della genitorialità.
Come da tradizione della stagione dal vivo del Cineteatro Agorà, alla fine dello spettacolo, sarà possibile confrontarsi, e conoscere più da vicino, chi sul territorio si occupa di questo tema. In sala saranno presenti, Elena Bertucci e Morena Scaffazzillo del “Centro Informazione e Nascita Il Melograno” di Abbiategrasso e Raffaella Agosti, mamma e ostetrica dell’ospedale Fornaroli di Magenta.