“Pavimento posto nell’anno del Signore 1966 il 27 giugno in occasione della visita del Cardinale Arcivescovo Colombo Giovanni…” si legge nel foglio e seguono poi i nomi del sacerdote, del sacrista e dei piastrellisti che hanno compiuto l’opera; sul retro la preghiera di Don Emilio Maltagliati rivolta a chi ritroverà il foglio: ”Chiedo un gentil favore: una grande preghiera per le Nostre Anime. Grazie di vero cuore”
Lo scritto è stato posto in una bottiglia di vetro, quelle del latte da ½ litro e sigillata con un tappo di sughero, alla vigilia della prima santa Messa celebrata a Robecco, dopo la consacrazione di don Emilio da parte del Cardinale Colombo; all’interno anche cinque monete. La bottiglia è stata interrata nella sabbia, sotto al cemento e alle piastrelle, del pavimento della sacrestia della parrocchia di Robecco sul Naviglio, dedicata a San Giovanni Battista.
Il 23 febbraio 2016 Fabio Cislaghi, della Elvezia Edile, nei lavori di manutenzione e ripristino dei pavimenti, ha ritrovato la bottiglia lasciata per i posteri da Don Emilio Maltagliati. Ora lo scritto è nelle mani di Don Emanuele.
Contemporaneamente ai lavori sul campanile, sono stati effettuati infatti anche alcuni lavori in sagrestia: sono stati spostati in un locale più adatto i quadri elettrici per le luci e le campane ed è stato rinnovato tutto l’impianto di illuminazione; proprio nel sollevare e riposizionare i pavimenti è stato fatto il ritrovamento.
La chiesa parrocchialeè stata progettata, forma di croce greca, nella seconda metà del XVIII secolo; i lavori di costruzione si conclusero nel 1790; il disegno è dell’architetto milanese Francesco Bernardino Ferrari. La facciata, su disegno dell’architetto Alfonso Parrocchetti, fu completata alla fine del XIX secolo, fu allargata la navata definendo la nuova pianta a croce latina e la chiesa fu definitivamente consacrata nel 1902.
“Forse non si contano periodi di inattività nella storia edilizia della nostra e di tutte le chiese; ma ricordiamo che oltre all’ edificio materiale della chiesa anche l’ edificio spirituale deve essere sempre in restauro e in riforma” sono le parole di don Emanuele che concludono il racconto dei lavori in parrocchia.
Paola Mazzullo
L’articolo è stato pubblicato su Ordine e Libertà del 1 aprile 2016, pag. 41