La prima volta che Anna Visconti ha varcato la soglia del comune aveva 15 anni; era estate, l’avevano chiamata per aiutare a calcolare la “tassa famiglia” quando nelle amministrazioni comunali si impiegavano i ragazzi dai 15 ai 18 anni per i “lavori in economia”.
Ragioneria, a Magenta, l’ha frequentata alle serali, insieme alla sua amica Nicoletta Marmonti (con la quale ha poi condiviso 40 anni di lavoro) e poi nel 1974, partecipando a un concorso pubblico, è entrata ufficialmente nell’organico del comune per ricoprire funzioni diverse, dal protocollo alla ragioneria (perché tutti dovevano saper fare un po’ di tutto), fino a rivestire una posizione organizzativa del Servizio Finanziario.
Per una donna volitiva e da sempre impegnata a far quadrare i conti dell’amministrazione cittadina, la pensione, conquistata il 1 Gennaio 2016, non è certo un punto di arrivo sul quale fermarsi. Ora “ci vuole giusto un po’ di tempo per capire che non sono in ferie ma in pensione– racconta Anna –e poi troverò nuove attività per tenermi in forma, fatto salvo l’impegno felice da nonna”.
Anna Visconti racconta con passione e brio dei suoi 41 anni e 6 mesi passati negli uffici comunali di Robecco sul Naviglio, lei una vera robecchese DOC, andata in sposa nel 1977 a un altro robecchese DOC Dario Tonetti.
Lo stimolo culturale continuo, il confronto e le discussioni con i colleghi (e le risate, le chiacchiere, le amicizie) l’hanno resa felice in tutti questi anni. Ricorda con affetto le parole di Cesare Cerutti, del settore tributi, da cui ha imparato il lavoro, che le diceva: ”Tu sei qui a lavorare per la gente di Robecco, indipendentemente dai politici che si avvicenderanno”, e così ha sempre cercato di fare mantenendosi neutrale per svolgere al meglio il suo lavoro (e nel frattempo sono passati 5 sindaci: Provera, Merlo Bertolini, ancora Merlo, Zanoni, Barni).
Il tempo è passato veloce da quando si scriveva tutto a mano sui grandi registri, poi le prime macchine da scrivere, le calcolatrici Olivetti, poi i pc.
“Nei primi anni c’era anche il ciclostile con la manovella da girare per stampare.
Avevamo la divisa, prima nera poi marrone, col colletto bianco; ma sembravamo chiuse dentro un sacco informe, così io mi facevo sciancrare un po’ il grembiule per sottolineare il punto vita” racconta Anna.
“Dagli anni ’70 ai ’90 ci sono stati i grandi cambiamenti tecnologici e normativi per le pubbliche amministrazioni ma ogni volta era bello studiare, aggiornarsi, imparare; frequentare corsi a Milano per portare le novità negli uffici di Robecco”. Anna era presente anche durante il primo censimento a Robecco nel 1971 (ne ha poi seguiti 5); e racconta di come nella memoria storica sia racchiusa la nostra forza e di come l’archivista Stecchi le abbia insegnato l’arte della catalogazione dei documenti; documenti che trattengono, nelle pagine scritte a mano, i ricordi di tante generazioni di robecchesi, dei dottori, delle ostetriche, dei commercianti.
Lì dentro è racchiusa anche la storia dei grandi avvenimenti come la costruzione delle scuole; o di avvenimenti che avrebbero potuto cambiare la storia (o almeno la viabilità) come quella delibera di giunta dei primi del 900 con la quale Robecco si impegnava a pagare per il collegamento tra le linee ferroviarie di Abbiategrasso e Magenta.
Paola Mazzullo
Pubblicato su La libertà del 26 febbraio 2016, pag. 39