Chi ha detto che la filosofia è noiosa? Bisognava essere martedi 19 gennaio al Teatro Lirico di Magenta per sperimentare il contrario. Umberto Galimberti, nella sua lezione di filosofia, ha fatto riflettere, affascinato e divertito un teatro stipato di persone di ogni età; tantissimi erano i giovani, con quaderno degli appunti e penna in mano per portarsi a casa riflessioni, concetti da analizzare, ridiscutere e approfondire.
“Il futuro va pensato e il pensiero viaggia sulle parole -dice Marco Invernizzi sindaco di Magenta, per introdurre il professor Galimberti- ma se il nostro vocabolario si impoverisce, il nostro pensiero non ha più modo di esprimersi: per questo bisogna continuare a studiare, a interrogarsi, a cercare e amare la cultura”. A questo proposito il sindaco Invernizzi ha anticipato che è allo studio un progetto per la prossima primavera per portare la filosofia e il piacere del dialogo nelle piazze; alcuni professori magentini ricalcheranno le orme dei filosofi greci e si incontreranno a dialogare, sui grandi interrogativi della vita, con i cittadini nelle piazze e nei parchi magentini.
Ad aprire la serata Daniela Parmigiani presidente dell’associazione UrbanaMente che collabora con l’amministrazione cittadina alla creazione e organizzazione delle lezioni di filosofia inserite nel programma di Magenta Cultura 2016. “La filosofia non risolve certo i problemi, ma apre nuovi orizzonti e ci aiuta a leggere la vita e le sue problematiche, ci aiuta a non subire acriticamente ciò che avviene intorno a noi” suggerisce la Parmigiani al termine della breve biografia introduttiva sul filosofo della serata.
Ed è proprio da queste parole che inizia la lezione del prof. Galimberti: “il pensiero filosofico dissoda il terreno, ci porta a problematizzare l’ovvio per scoprire cosa c’è al di là”.
Se la ricetta che la società ci propugna è quella di trovare una soluzione per ogni problema, allora la filosofia ci insegna a fare il contrario, a cercare un problema per ogni soluzione, per non lasciarci fermi a galleggiare sulla superficie delle cose che ci accadono o che sentiamo dire; la riflessione filosofica ci fa incamminare sulla strada delle domanda, del perché, ci insegna a problematizzare i luoghi comuni.
“Anche il concetto di libertà è un luogo comune, e tanto per essere chiaro io non credo che ci sia la libertà -afferma Galimberti- l’interessante però è che ci sia l’idea di libertà e non la libertà in sé per sè, perché sono le idee a fare la storia, non le cose”. E Galimberti propone un esempio per chiarire il concetto: “noi non sappiamo se Dio esiste o no, ma il fatto che ci sia l’idea di Dio ha costruito la storia in un certo modo. Se l’idea di Dio non ci fosse stata, la storia avrebbe preso una piega diversa”.
E il pubblico presente in sala, al termine della serata, è portato a guardare l’idea di libertà con occhi nuovi: se l’uomo è dominato dall’inconscio, dalle pulsioni, dall’economia della specie (per un 30/40%) e dalle regole interiorizzate, dal senso del dovere, dalla condizione sociologica (per un 50/60%) e per il resto dalla propria identità, dal proprio cervello, dall’educazione, dall’ambiente … in che cosa l’uomo è libero, cosa può realmente scegliere?
A complicare ulteriormente la questione sulla libertà di poter scegliere veramente il nostro agire, entra il gioco la “tecnica” che ci chiede di essere performanti sul risultato del nostro lavoro, al di là del contenuto. Una tecnica che è diventata essa stessa lo scopo e non il mezzo.
Galimberti ha più volte ribadito il suo dispiacere per l’annunciata soppressione della filosofia nelle aule scolastiche “siamo rimasti gli unici in Europa a insegnare ancora filosofia nei licei, speriamo che non venga eliminata anche da noi … la filosofia è la nostra salvezza, è la nostra cura; ci insegna il pensiero critico, ci insegna a ribaltare il senso comune per cercare nuove strade, per non essere pecore nel gregge”.
Poi Galimberti esplora, a seguito di una domanda del pubblico, il dilemma dei social network “piuttosto che niente è meglio il virtuale ma è chiaro che l’interazione personale è da preferirsi. Il corpo, lo sguardo, la voce sono fondamentali per una azione concreta. Nel virtuale, lo spazio e il tempo sono destrutturati e non viene certo sollecitata l’intelligenza divergente, quella che fa fare i progressi all’umanità. I social sono uniformatori di pensiero.”
Galimberti chiude la sua lezione ribadendo l’importanza del dialogo; dialogare sostenendo pensieri differenti anche “alla massima distanza” (dal “dia” greco), dialogare non per vincere su un avversario ma per cercare insieme a lui una verità.
Sul palco al termine della serata anche Francesco Vivacqua, presidente di “Cultura & Solidarietà” una organizzazione no-profit di Milano, che ha voluto conferire al prof Galimberti “la stella al merito sociale” per la passione e la capacità di trasmettere, alle future generazioni, l’importanza della filosofia per la tutela delle libertà sia collettive che individuali.
Non vediamo l’ora di ascoltare Carlo Sini il 9 Febbraio alle 21, sempre al Teatro Lirico di Magenta. Sini parlerà della “libertà dell’essere e non dell’individuo”. Sottotitolo: la filosofia e la cultura europea si interrogano su libertà, responsabilità e destino. Insomma, oggi come ieri, l’uomo è libero o in qualche modo già determinato?
Paola Mazzullo
L’articolo è stato pubblicato su La Libertà del 22 Gennaio 2016, pag. 22